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PEC europea, che cos'è e cosa cambia

Data: 22 Marzo 2023
Tempo di lettura: 4 min

La PEC diventa europea: cos’è la REM, quando avviene la migrazione e che cambia per imprese e cittadini

La PEC verrà molto presto sostituita dalla REM - Registered Electronic Mail, anche nota come PEC europea. La vecchia PEC italiana, che ormai ha superato i 15 anni di “servizio”, deve infatti aderire agli standard dettati dal Regolamento Europeo eIDAS, il regolamento comunitario su identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato europeo. 

La migrazione da PEC a REM da parte dei provider italiani è già iniziata: le modifiche richieste per aderire allo standard comunitario, che riguardano in primo luogo l’autenticazione, non dovrebbero apportare differenze significative nell’esperienza dell’utente. Per capire cosa aspettarsi dalla nuova PEC europea, però, vediamo meglio cos’è un recapito certificato qualificato REM e quali sono le differenze con la PEC.

Da PEC la REM: una migrazione necessaria

Il 27 giugno del 2022 l’AgID - Agenzia per l’Italia Digitale ha annunciato la pubblicazione del nuovo standard ETSI EN 319 532-4, che rende effettiva l’interoperabilità a livello europeo dei sistemi di eDelivery conformi all’eIDAS basati sul protocollo REM. 

Ciò significa che i gestori possono iniziare la migrazione da PEC a REM, la PEC europea: superati i 14 milioni di indirizzi attivi in Italia, la Posta Elettronica Certificata deve essere modificata per aderire a un protocollo europeo, in questo caso implementando uno standard già esistente che si chiama REM - Registered Electronic Mail

Come stabilito dal decreto legge n. 135 del 14 dicembre 2018, infatti, la PEC deve aderire al Regolamento eIDAS, che agli articoli 43 e 44 definisce le caratteristiche dei servizi elettronici di recapito certificato qualificati, quelli cioè che hanno valore legale su tutto il territorio comunitario.

Recapito certificato qualificato: i requisiti eIDAS

L’articolo 44 dell’eIDAS, in particolare, stabilisce alcuni requisiti di base per i servizi elettronici di recapito certificato qualificati, che oltre ad essere forniti da prestatori di servizi fiduciari qualificati, devono garantire:

  • l'identificazione del mittente con un elevato livello di sicurezza;
  • l’identificazione del destinatario prima della trasmissione;
  • l’immodificabilità dei dati, garantita da una firma elettronica avanzata o da un sigillo elettronico avanzato di un prestatore di servizi fiduciari qualificato;
  • la data e l’ora di invio e di ricezione, che sono indicate da una validazione temporale qualificata.

Così com’è, la PEC italiana non risponde perfettamente a descrizione, in particolare per quanto riguarda la verifica certa dell’identità del mittente: per aprire una PEC non è attualmente prevista alcuna verifica certa dell’identità del richiedente, mentre per il Regolamento eIDAS è necessario poter identificare l’utilizzatore di ogni casella PEC in maniera univoca e assolutamente certa.

REM: la PEC diventa europea

Con la pubblicazione dei Criteri di adozione del nuovo standard ETSI, a giugno 2022, è ufficialmente iniziato il processo di trasformazione della PEC in PEC europea. Sarà un cambiamento di grande valore per l’Europa, sottolinea l’AgID, ma senza conseguenze per i milioni di utenti italiani - cittadini, imprese e amministrazioni - che quotidianamente comunicano via PEC.

Nel 2019, l’AgID ha istituito un gruppo di lavoro nazionale per far evolvere la PEC in servizio di recapito elettronico certificato qualificato basato su protocollo REM, una soluzione molto prossima alla PEC, che permettesse di migrare verso una PEC europea senza dover apportare modifiche sostanziali allo strumento già esistente. 

Vista l’importante diffusione della Posta Elettronica Certificata, che oggi conta oltre 14 milioni di caselle attive in Italia, il gruppo di lavoro nominato dall’AgID ha deciso di percorrere la strada che permettesse di lasciare la PEC il più possibile simile allo strumento che conosciamo.

“Il minor numero di modifiche al nuovo sistema”, si legge nei Criteri adozione standard ETSI, “consentirà agli utenti di gestire il passaggio al nuovo sistema con un minor impatto in termini di “sforzo di adattamento” e di confidenzialità raggiunta con l’attuale servizio PEC”.

A garantire interoperabilità, integrità e riservatezza alle comunicazioni elettroniche certificate europee ci penserà la CSI - Common Service Interface, un’interfaccia tecnologica condivisa dei gestori europei “che consente finalmente il dialogo sicuro tra i Gestori di servizi di recapito qualificato e, di conseguenza, anche quello tra cittadini e imprese e enti governativi degli Stati Membri“.

Da PEC a REM: che cambia per gli utenti? 

Con il nuovo standard ETSI, oltre all’integrità del contenuto e a data e ora dell’invio, la PEC italiana garantirà quindi anche le identità dei possessori di un indirizzo di posta certificata. La trasformazione in PEC europea avverrà tramite una migrazione delle vecchie caselle PEC su sistemi REM che si prevede sarà completata entro la metà del 2024.

Poiché il mittente di ogni PEC dovrà essere riconosciuto con certezza prima della trasmissione del messaggio, sarà necessaria un’autenticazione forte per l’accesso alla propria casella PEC, fino a oggi accessibile con semplice username e password. 

Alcuni gestori stanno già informando gli utenti sulle modifiche in corso: oltre all’autenticazione a due fattori con OTP, una possibile soluzione per garantire l’identità del titolare della casella PEC potrebbe coinvolgere lo SPID, che già porta in dote un’autenticazione forte. 

Non è prevista alcuna modifica all’interfaccia delle caselle PEC, né alla modalità di invio e ricezione dei messaggi di posta certificata. La migrazione, assicurano i gestori, sarà trasparente e indolore: le caselle PEC resteranno le stesse cui siamo abituati e gestire le proprie PEC con la nuova casella REM sarà semplice come è sempre stato.

 

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La PEC diventa europea: che cambia per gli utenti

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